Gettare il corpo nella lotta
Su Nobody's room
di Silvia Giambrone
con Dalila Cozzolino, Andrea Di Palma, Davide Enia

Silvia Giambrone, Nobody’s room. Mostra Archeologia domestica Vol. I, Galleria Crearte di Oderzo (TV)

Quando mi è stato chiesto un contributo dalla redazione di Roots§Routes, che da poco aveva assistito alla mia ultima performance Nobody’s room al Teatro dell’Orologio di Roma, ho pensato che la cosa più coerente sarebbe stata quella di chiedere a tutti i performers di partecipare. Partendo da questo presupposto ho chiesto loro di incontrarci e parlare davanti ad un registratore vocale della performance in termini di esperienza, ovvero chiedendo loro cosa questo lavoro avesse significato nella loro vita e quali fossero state le loro impressioni. Il seguente file audio pertanto riporta fedelmente questo dialogo avuto in quattro. Speriamo l’ascoltatore sia paziente e generoso se la registrazione risulta essere un po’ lunga rispetto ai tempi standard di attenzione contemporanei, ma l’intento era esattamente quello di non forzare nulla, di lasciar scorrere le cose così come sono avvenute nel confronto reale, senza tagliare o editare. La realtà per quella che è, è meno seduttiva di quella infiocchettata dai tempi mediatici, eppure è di certo più autentica poiché non nasconde il fragore di incertezze ed imbarazzi e l’abisso dei silenzi che della vita sono il pane quotidiano. Quel che ho tratto io da questa conversazione avvenuta con Dalila Cozzolino, Andrea Di Palma e Davide Enia, è senza dubbio una conferma sull’inevitabilità dell’Altro e su come scappare dall’Altro – seppure nei modi più creativi – non abbia per effetto che danzare sempre, malgrado tutto, con il suo fantasma. Buon ascolto.

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Silvia Giambrone. Agrigento (1981); vive e lavora a Roma. Utilizza diversi linguaggi e lavora sul rapporto tra soggetto e potere. Ha vinto diversi  premi e partecipato a residenze in tutto il mondo: W. Women, Triennale di Design, Milano (2016); ISCP Residency, New York (2015); Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell’arte italiana contemporanea, MAMbo, Bologna (2014); Let it go, American Academy in Rome, (2013); Re-Generation, Museo Macro, Roma (2012); Qui vive, Moscow Biennale for Young Art.