RELATIONSHIP
Convivium
Progetto d’arte relazionale di Valentina Lucia Barbagallo

Convivium è un progetto d’arte relazionale nato dalla collaborazione tra Zelle1 Arte Contemporanea, spazio espositivo indipendente di Palermo diretto da Federico Lupo, e Balloon2 Communications, Art Curating & Publishing Project, piattaforma glocale fondata da tre giovani catanesi che si occupano di comunicazione, curatela di mostre d’arte contemporanea e microeditoria indipendente.
Il progetto prende le mosse da un’affermazione di Nicholas Bourriaud, padre della definizione di arte relazionale e autore del libro Esthetique relationnelle, secondo cui: “il processo più importante che si è verificato dall’inizio dell’arte moderna è stata la trasformazione dell’opera da un monumento a un evento. Un evento è qualcosa che dobbiamo condividere e comprendere; nessuno comprende un evento in se stesso; esso richiede una certa discussione, un tentativo di stabilire uno scambio con i partecipanti o altri osservatori…”

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Convivium, Zelle, Palermo, giugno 2012

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Convivium è, infatti, un’opera unica formata da sei “porzioni di opere” a se stanti e da testi scritti da artisti e curatori, al cui interno il linguaggio visivo conversa con quello testuale con l’intento di creare scambio e partecipazione. Nello specifico, è stato chiesto a sei artisti (Francesco Balsamo, Fabrizio Cosenza, Carmelo Nicotra, Luigi Massari, Giuseppe Mendolia Calella, Enrico Piras) provenienti da città diverse di esporre una porzione della propria ricerca e di essere anche osservatori e “critici”sensu amplo di una “porzione di un collega-commensale”. La fase iniziale del progetto che prevedeva la realizzazione di ciascuna porzione e la possibilità di chiedere a un curatore di scrivere un testo critico, è stata più semplice o, potremmo dire, “più conforme al protocollo”. Anche qui gli artisti hanno dimostrato forte personalità: alcuni come Francesco Balsamo e Luigi Massari hanno spiegato con testi autografi le proprie porzioni; gli altri quattro, invece, hanno delegato la spiegazione relativa alla propria ricerca a dei curatori. Carmelo Nicotra, infatti, ha duettato con Maria Giovanna Virga; Enrico Piras con Giangavino Pazzola; Fabrizio Cosenza con Rocco Giudice; Giuseppe Mendolia Calella con Gianluca Lombardo. Invitare, nella fase successiva, gli artisti a esprimersi, non solo con il linguaggio a cui sono più avvezzi, ma anche con la parola scritta, consapevoli che sarebbe confluita all’interno di una pubblicazione B-publishing3 distribuita durante l’opening della mostra, non ha sortito iniziale entusiasmo ma a posteriori tutti sono stati estremamente soddisfatti dei risultati ottenuti. Mail, telefonate, ricerche bibliografiche, riferimenti storico artistici, considerazioni personali, criticità verso la propria interpretazione dell’opera altrui sono stati tutti passaggi salienti per la stesura dei testi redatti dagli artisti in merito al lavoro di un “collega”. Ciascuna coppia di “commensali” si è formata autonomamente e spontaneamente tanto da dare vita, in due casi su tre, a combinazioni diverse da quelle individuate nel testo curatoriale. Gli artisti – accomunati dall’interesse nei confronti dell’interazione tra microdimensione spaziale e macrodimensione temporale, della ridefinizione dei luoghi, dei tempi e delle cose, della risemantizzazione degli oggetti – si sono reciprocamente scelti, rivelando note di sincera stima professionale.

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Installazione Convivium, Zelle, Palermo, giugno 2012

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Giuseppe Mendolia Calella descrive la porzione di Enrico Piras come “il frame di una scansione che, dal micro al macro si immobilizza sul visibile e sul concreto. Una donna che sorride, una bambina col gelato, un uomo mascherato, una fossa d’acqua piena di ippopotami; oltre la bella immagine, Piras riporta una vitalità folgorante che si attiva tanto nell’azione del raccontare per lui, quanto in quella dell’ascoltare per noi”. “La dimensione del frammento – asserisce Enrico Piras – mi sembra quella più propria per definire e avvicinarsi al lavoro di Giuseppe Mendolia Calella, artista che opera attraverso l’asportazione, l’assemblaggio e la composizione di oggetti e materiali. In ogni caso, si tratta di materia che porta con sé una storia, mai oggetti nuovi…”.
Le ricerche di questi due artisti, infatti, come loro stessi sottolineano, si concentrano sul ricordo: di una casa mai abitata ma piena di memorie altrui, Mendolia Calella; di foto di famiglia che ripercorrono un passato non vissuto ma che gli appartiene perché scattate dal nonno in Africa, Piras.
E ancora, Francesco Balsamo scrive sulla porzione di Carmelo Nicotra: “Sembra si possano dire intere frasi con una sola emissione di fiato, ma insieme al fiato le parole volano via. Come si potrebbero tenere le parole? Scrivendole, certo, il bianco di un foglio le terrebbe, ma sarebbero dette, scritte, per l’appunto, non parlate. Le parole di un dialogo hanno bisogno del fiato, di perdersi a mucchi sparsi, come semi”. Carmelo Nicotra tratteggia Lascia abitare di Francesco Balsamo come “il tentativo di costruire uno spazio in cui poter vivere, dove all’interno si muovono situazioni, affetti e speranze. Ma si avverte un senso di instabilità formale con una fragile struttura architettonica disegnata con i capelli appartenenti alle stesse persone che la abiteranno”.
Nicotra vuole ricordare, trattenere il passato, cristallizzare l’azione del parlare-chiacchierare mangiando semi di girasole: un’abitudine familiare ma anche collettiva che appartiene a due generazioni precedenti alla sua ma che gli sono ugualmente care; desiderio di dimenticare ciò che ha precedentemente impedito un progetto di convivenza, invece, è il monito che sta alla base di Lascia Abitare di Balsamo che progettando una casa chiede a “G.” di consentirgli di vivere insieme, di credere ancora in un progetto di vita condivisa.
La porzione di Massari nasce da un ricordo siciliano e ne rievoca – secondo Cosenza – altri molto più lontani nel tempo e nello spazio. Parte da Palermo per arrivare alla Croce per antonomasia, alla croce di Gesù Cristo, di quel Gesù Cristo morto in croce ma nato – secondo il Corano – ai piedi di una palma. La palma-croce diviene simbolo del nostos, del ritorno fisico, metafisico, vitale e mortifero, di un ritorno necessario per ripristinare un equilibrio tra uomo e natura, sacro e profano, oriente e occidente, giusto e sbagliato”. “Nell’opera di Fabrizio Cosenza colgo la traccia – scrive Luigi Massari – di una natura algida, intenta a perpetuare se stessa, mentre nasconde sotto una compiuta immagine di bellezza la sua avversione per la nostra razionalità. Eppure, dovrebbe essere la ragione a disingannare e a guidare l’uomo verso l’autentico sapere che consiste nel prendere coscienza della propria inutilità dissolvendo i gradi di separazione che ci slegano dal mondo naturale”.
Sacro e profano, storia e immaginazione si fondono e si confondono all’interno della porzione di Massari proprio come la natura e l’uomo, la spontaneità e l’artificiosità nella porzione presentata da Cosenza.

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Installazione B-PUBLISHING CONVIVIUM, Zelle, Palermo, giugno 2012

Installazione B-PUBLISHING CONVIVIUM, Zelle, Palermo, giugno 2012

Anche il pubblico è stato chiamato a partecipare, osservando e interagendo con le porzioni poste sul tavolo (gli oggetti potevano, anzi dovevano, essere toccati, spostati, fruiti, ecc) e leggendo i testi scritti raccolti nel quaderno B-publishing.
Durante l’opening, solo gli “addetti ai lavori” hanno dato vita ad un dibattito sulle relazioni sociali, oltre che su quelle estetiche, del progetto. Il confronto orale è stato critico e costruttivo: si è discusso delle “porzioni” in relazione a se stesse e alle altre, alla memoria collettiva e alla storia dell’arte, al proprio background culturale e familiare. Più ostico è stato l’approccio con tale tipologia di progetto per il pubblico occasionale, per quella fetta di pubblico abituata a visitare ma non a prendere parte attivamente alle esposizioni d’arte contemporanea… In occasione del finissage sono stati messi a disposizione della penna del pubblico quaderni B-publishing vuoti che, pur presentando la stessa copertina del B-publishing Convivium, erano scevri dei contributi curatoriali e artistici. Bloccato dalla timidezza, dal contesto, dall’”esercizio insolito e inaspettato”, il pubblico non ha scritto in quella sede, ma a posteriori. Sono arrivate, infatti, all’indirizzo di posta elettronica di Balloon riflessioni, considerazioni, articoli e tesi di laurea in cui, partendo da Convivium, il pubblico di settore e non ha trovato analogie e differenze con precedenti e più noti progetti d’arte relazionale; con la storia personale e collettiva, ha riflettuto sulla forza comunicativa di questo progetto; sull’importanza di creare rete e sinergie locali, nazionali e internazionali, ecc.
Il progetto ha suscitato interesse, dialogo, confronto fra le parti, curiosità tra gli stessi partecipanti – artisti, curatori, pubblico – collocati virtualmente lungo la stessa barricata e guidati sempre virtualmente dagli stessi presupposti del progetto. Oltre ai testi già pubblicati, Balloon sta archiviando tesi di laurea, mail, messaggi, articoli con l’auspicio di far confluire alcuni estratti di questa documentazione in un’altra edizione B-publishing che la piattaforma sta preparando in vista della versione italo-cinese del progetto. Convivium ha, infatti, superato gli stessi intenti programmatici aprendosi a numerose chiavi di lettura, a una seconda edizione che verrà presentata in Cina entro la fine del 2013 e che vedrà la collaborazione tra artisti italiani e cinesi e tra due piattaforme Balloon Communications, Contemporary Art Curating & Publishing Project e Lab Yit4, Italian Contemporary Art Platform in China fondata dalla curatrice veronese Cecilia Freschini che da quasi dieci anni vive e lavora a Pechino.
Altro aspetto emerso a posteriori è la forza e la potenzialità che le piattaforme dedicate all’arte contemporanea hanno assunto negli ultimi anni, consentendo la creazione di ulteriori collaborazioni tra soggetti geograficamente distanti, ma che lavorano nello stesso settore. Questi website accessibili a tutti, poco onerosi in termini economici ma impegnativi dal punto di vista della progettazione grafica e dei contenuti consentono di abbattere le barriere reali e di creare scambio, confronto, aggiornamenti culturali, potenziando le relazioni e le edificazioni di reti culturali locali, nazionali e internazionali. Attorno alle piattaforme, infatti, lavorano attivamente equipe di professionisti che tentano con risultati davvero interessanti di promuovere trasversalmente l’arte contemporanea sul web e sul territorio. Testimonianza microscopica di questo fenomeno macroscopio sono le fiere e le varie kermesse d’arte che riservano sempre più spesso interi padiglioni alle realtà cosiddette “indipendenti”, alle piattaforme appunto. Altra riprova di questo fenomeno è  anche la seconda edizione di Convivium, Convivium-Cina: una curatrice italiana che vive a Pechino, appreso del progetto d’arte relazionale, è andata a Palermo, decidendo poi di promuoverne una seconda edizione italo-cinese che seguirà le stesse linee guida utilizzate per la prima versione.
Convivium è un progetto altamente dinamico e complesso, realizzato in quasi un anno di lavoro.
Dialogo, studio, interazione, divulgazione, documentazione sono state componenti imprescindibili sia nella fase di input che in quella di output del progetto. Coordinamento logistico e intellettuale sono stati elementi imprescindibili per individuare gli artisti, stabilire un nesso tra le varie porzioni e le relative ricerche individuali; capire tempi e modalità di interazione, dialogo, diffusione e documentazione delle stratificate e trasversali relazioni createsi tra artisti, curatori e pubblico.

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1Zelle, nata nell’aprile del 2005 nel cuore del centro storico di Palermo, Zelle Arte Contemporanea è tra le gallerie d’arte più attive del panorama siciliano. Sin dalla sua fondazione, Zelle ha coinvolto un cospicuo numero di artisti, gallerie, spazi pubblici e piattaforme web in più di 60 progetti, destando l’interesse delle più autorevoli testate del settore ed accreditandosi a livello internazionale. www.zelle.it
2Balloon Communication, Art Curating & Publishing Project è una piattaforma glocale, nata con l’intento di conoscere e far conoscere l’arte istituzionale e non, del nostro tempo. È un luogo–non luogo in cui poter stabilire una relazione tra il mondo dell’arte e la società. Balloon si articola in tre sezioni: “Communication”, incentrata su recensioni e interviste a artisti, curatori, galleristi, nazionali e internazionali attraverso cui Balloon conduce un’indagine sullo stato dell’arte contemporanea; “Art Curating”, dedicata a progetti espositivi e di curatela; “B-publishing”, rivolta a  progettazione e autoproduzione di quaderni a tiratura limitata.
www.b-a-l-l-o-o-n.it
3Convivium, Edizioni B-publishing, Catania, giugno 2012 (www.bpublishing.tumblr.com).
4Lab-Yit è una piattaforma indipendente senza scopo di lucro dedicata all’arte contemporanea italiana in Cina. L’obiettivo principale del progetto è l’attività di sostegno e promozione in ambito nazionale e internazionale della giovane arte italiana e grazie alle diverse sinergie in atto favorire e sviluppare progetti artistici italiani site specific, integralmente inseriti nel contesto locale e a stretto contatto con l’ambiente culturale cinese.

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Valentina Lucia Barbagallo (Catania,1985). Vive e lavora tra Bruxelles, Catania, Milano e Venezia. Curatrice indipendente d’arte contemporanea e operatrice culturale.
Si laurea in Filologia Moderna con una tesi sulle arti sorelle e il volto contemporaneo dell’ekfrasi. Frequenta corsi e master di specializzazione post-lauream: in Cultural Europroject Management (Bologna); in pratiche curatoriali e arti contemporanee (A plus A, Venezia), in Cultural Human Research (Catania); in Contemporary Art Market & Economy (Fondazione Creare, Olanda); in Visual Cultural Studies (International Summer School diretta dal Prof. Michele Cometa, Palermo). È co-fondatrice di Balloon Communications, Art Curating & Publishing Project, piattaforma glocale che si occupa di comunicazione e curatela di mostre d’arte contemporanea e di micro-editoria indipendente. È stata una delle tre finaliste del concorso nazionale di scrittura di critica “Nuove forme e temi dell’arte americana contemporanea” con il saggio Cindy Sherman inter; intra – viseità presso il C.C.C. Strozzina di Firenze (giugno, 2012). Ha curato mostre in spazi pubblici, gallerie e associazioni culturali private e collabora con alcune testate giornalistiche di settore e non. È assistente di galleria e addetta ufficio stampa presso ARTE CONTEMPORANEA Bruxelles, diretta da R. A. Musumeci per cui ha curato anche alcune mostre con artisti nazionali e internazionali. Dal 2007, è la Responsabile Scientifica dell’Archivio Pappalardo: collezione privata d’arte moderna e contemporanea. Tra i progetti in fase di realizzazione vi è la collaborazione con un ufficio stampa e agenzia di comunicazione di Milano che si occupa solo di arte contemporanea; la residenza presso la Fondazione Farm di Favara come collettivo Balloon e la seconda versione di Convivium-Pechino.