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Street Art. Beyond melancholia
di Rossana Macaluso

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Nel mese di agosto visito il Museum für Völkerkunde, ovvero il Museo Etnografico di Amburgo. Dopo aver attraversato la fascinosa sezione dedicata all’America, mi preparo all’idea di visitare quella cinese, poi quella africana. Il posizionamento concettuale del museo risulta da subito molto chiaro ed interessante, ovvero comparare il tradizionale immaginario dei paesi geograficamente lontani (la cui costruzione è stata creata anche grazie a questa tipologia di musei) con gli immaginari del presente. Un esempio per tutti è nella sezione africana, la vetrina dedicata al rito vudù accostata a delle reali cabine telefoniche che nel mondo occidentale riempiono i così chiamati phone center.
Ancora più interessante risulta la sezione della Cina nella quale non manca una enorme vetrina contenente delle semplici “cineserie”, allestite con la stessa sacralità con la quale è esposta una pedana che accoglie delle buste di plastica blu solitamente utilizzate per contenere le stesse cineserie e spesso trasportate per strada da agitati venditori ambulanti. Il tutto è accostato ad un anonimo lavoro di documentazione che vede fotografate felici famiglie occidentali trasferitesi in Cina. Per il visitatore è dunque semplice elaborare il posizionamento del museo, consapevole del ruolo che i musei etnografici hanno svolto in passato nella costruzione degli immaginari identitari. La collezione permanente del museo viene dunque alternata ad oggetti contemporanei e portatori di stereotipi attuali la cui presenza non fa altro che sottolineare lo stereotipo contenuto in quello tradizionale. Nel caso di questo museo è possibile parlare di un vero e proprio atteggiamento di apertura verso dinamiche per lo più sconosciute ad altre realtà museografiche1. Seguendo la stessa dinamica di contrapposizione tra passato e presente, il normale percorso del museo è interrotto da una mostra temporanea dal titolo Beyond melancholia2. Alla sorpresa per un titolo così essenzialmente concettuale si aggiunge lo stupore per il contenuto della mostra, ovvero opere di Steer art. L’atmosfera è più che melanconica, le luci soffuse, le didascalie impercettibili. Uniche protagoniste le opere di street art. La mostra comincia con “Girl with Gasmask” di Banksy (2002), esplicito omaggio all’oggetto etnografico per eccellenza, la maschera. Quella di Banksy è indossata da una bambina, è attuale, non è semplicemente protettiva ma è vera e propria protezione dalla guerra, dall’attacco, ed è presente nel nostro immaginario al pari delle maschere del Teatro tradizionale di Bali o del Teatro Giappose del Nō.
Superando questa prima opera comincia il gioco della melanconia, ma soprattutto di ciò che sta “al di là della melanconia” come recita appunto il titolo della mostra.
Da una essenziale vetrina che mostra alcuni teschi con decorazioni primitive, lo sguardo è totalmente assorbito dalle opere degli street art di grandi dimensioni. Metafora di una melanconia alta e classica ormai superata, è l’opera dello street artist Boxi, che sembra riattualizzare il celebre capolavoro tedesco Viandante sul mare di nebbia3 di Caspar David Friedrich.

Museum für Völkerkunde Hamburg
Beyond melancholia. Sammlung Reinking | Museum für Völkerkunde Hamburg
Dal 15. giugno al 28 settembre 2014

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Dunque una street art senza street, che corre parallela alle strade delle città europee e che entra in maniera legittima e legale nel sistema dei musei e delle gallerie d’arte contemporanea e non. Nulla di poco rivoluzionario se si pensa alla grande fascinazione che subì Andy Wharol o il gallerista Tony Shafrazi per gli artisti  Keith Haring  e Basquiat, le cui origini artistiche risultano inscindibili dall’arte urbana.
Un caso abbastanza emblematico ed attuale della contemporanea presenza della street art nelle strade allo stesso tempo nelle gallerie della medesima città europea è rappresentato da uno dei più famosi attacchi avvenuti a Roma da parte di uno street artist, ovvero Invader4. L’attacco a Roma avviene nel 2010, e numerose maioliche a forma di alieno compaiono nelle strade principali della città. L’obiettivo dell’artista è conquistare il mondo5 seguendo lo stesso obiettivo del famoso videogioco arcade Space Invaders (1978) dell’autore Toshihiro Nishikado al quale si ispira6.
Parallelamente all’invasione aliena, è inaugurata a Roma la mostra Space Invader presso la Wunderkammern, galleria specializzata in street art che si trova nel multietnico quartiere di Torpignattara. La mostra è curata da Achille Bonita Oliva7 e vede la presenza in galleria di numerose opere e maioliche di Invader.
Contestualmente alla presenza della Wunderkammern, il quartiere Torpignattara ha visto negli ultimi 5 anni il passaggio di numerosi street artist ma anche la comparsa di numerosi graffiti urbani. Un caso ancora più evidente del cambiamento della fisionomia di un intero quartiere attraverso la street art, è a Roma il quartiere Garbatella e il quartiere Quarticciolo.
Un grande contributo alla legittimazione della street art da parte delle municipalità e delle istituzioni che concedono i permessi per la realizzazione di graffiti è stata la diffusione di numerose campagne pubblicitarie di multinazionali che hanno scelto di affidarsi a street artist. La diffusione di tali spot sul grande schermo ha permesso un cambiamento di visione della street art e del mondo dei graffiti, non più intesi come mere operazioni illegali e distruttive della bellezza cittadina, ma come grande segno di cambiamento e di creatività. E’ questo il caso della multinazionale Eni che riesce ad animare il famoso logo del cane a sei zampe8 o di numerose multinazionali di automobili che scelgono la street art per pubblicizzare il prodotto per un target giovane9.
Una street art legittimata dalla municipalità che acconsente alla possibilità di donare un nuovo volto a edifici spesso abbandonati. Il modello è sicuramente quello di Bruxelles, eletta capitale europea della street art, città che è riuscita ad estendere i confini di un’arte spesso incompresa e marginalizzata a pura tag, puro segno decorativo, puro segno di ribellione.

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1 A proposito di possibili nuovi percorsi in una rinnovata concezione del museo etnografico, segnalo la performance Impression d’Afrique della compagnia di danza contemporanea Mk presso Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma a cura di Routes Agency. L’iniziativa è stata Promossa da MK, Regione Lazio Assessorato alla Cultura Arte e Sport con il contributo MiBAC e si è svolta nel mese di maggio 2013. Gli Mk riprendono il titolo del romanzo di Raymond Roussel, Impressions d’Afrique (1910), lasciando spazio ad una performance coreografica che recupera un’idea di Africa scevra dalle etichette ad essa attribuite da un certo pensiero occidentale, un’idea di Africa che si carica di irrealtà per diventare laboratorio di impianti combinatori tra NUOVI soggetti e situazioni.
2 Sammlung Reinking / Museum für Völkerkunde Hamburg / 1 Ausstellung. La mostra è visibile presso il Museum für Völkerkunde di Amburgo dal 15 giugno al 28 settembre 2014. Gli artisti in mostra: Banksy, BOXI, Madeleine Dietz, Terence Koh, Os Gemeos, Mirko Reisser (DAIM), Michael Schmeichel, Wolfgang Petrick und Dimitris Tzamouranis and works from the Museum für Völkerkunde Hamburg.
3 Il titolo originale dell’opera è Der Wanderer über dem Nebelmeer. Il dipinto ad olio su tela, realizzato da Friedrich nel 1818 è attualmente esposto al Hambrurger Kunsthalle nella città di Amburgo.
4 (Francia, 1969)
5 L’avanzamento delle conquiste da parte di Invader sono visibili sul sito dell’artista periodicamente aggiornato chttp://www.youtube.com/watch?v=437Ld_rKM2s.
6 Il videogioco Space Invader risulta essere uno dei più famosi al mondo http://www.youtube.com/watch?v=437Ld_rKM2s.
7 La mostra è inaugurata il 20 Ottobre 2010 a cura di Achille Bonito Oliva.
8 Per il Logo Eni è possibile visionare il video di presentazione “Rethink Energy” (2014) https://www.youtube.com/watch?v=aEtp47fqEoY o ancora il famoso Spot Eni3 del 2012 https://www.youtube.com/watch?v=ppKAW-iYv_I.
9 A seguire una casistica di multinazionali che hanno utilizzato il linguaggio della street art come mezzo pubblicitario: Opel Corsa (2011). Graffiti-works by Daim & Loomit (https://www.youtube.com/watch?v=oI6uJR6EHhI)
Opel Agila (2011) https://www.youtube.com/watch?v=oHtBeifSSCU
Audi A1 (2011) Evento A1 Graffiti – Brussel http://www.youtube.com/watch?v=R1-zAf_pmKw&feature=related
Nissan Qashqai (Spot tv 2011) https://www.youtube.com/watch?v=iHZAhN9J2-Q