SPACE IS A DOUBT
mk – Instruction Series II: Very Singapore (instructions for the people)
di Michele Di Stefano
Instruction Series:
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concept e coreografie Michele Di Stefano
prod. mk e Xing/Raum

Le Instruction Series sono un nuovo modulo produttivo che mk sta sviluppando in cooperazione con Xing. La sfida è quella di produrre per formati compatti ma elastici, con tempi brevi e fulminei, secondo una certa serialità, e con intenti di natura collaborativa.

Le ‘istruzioni per una performance da compiere’ sono il nodo di questo progetto coreografico a distanza impartito per delega, via e-mail, a diverse personalità straordinarie e comuni, di volta in volta differenti.
Le istruzioni inoltrate dal coreografo, pure informazioni di innesco del processo, sono  scritte anche per essere fraintese, per colmare una lacuna e soddisfare una impossibilità (quella dell’autore) di aderire a materiali che non comprende e dei quali non prefigura lo sviluppo, restando comunque chiara una organicità in questa collezione di immagini e atti da realizzare.
Con questo esperimento, qualunque problematica riguardante l’autorialità e l’interpretazione viene sciacquata nella soluzione sempre aperta dell’alea combinatoria e della malìa delle personalità individuali.

Allo stesso tempo, mentre giocano con i parametri del “chiunque” e dell’ “ovunque”, le istruzioni chiedono una risposta tecnica, un approfondimento che non prescinde dalla ricollocazione topografica di qualunque attività generata dal corpo.

Nello spossessamento creativo è centrale il processo di appropriazione e traduzione. Lo spaesamento diventa poi il codice comportamentale del performer.
Lette come un esperimento chimico, le istruzioni permettono di osservare le reazioni di diversi elementi (reazione omogenee, eterogenee), il loro ordine e le loro velocità (reazioni istantanee/esplosioni, reazioni veloci/combustioni, reazioni lente/corrosioni).
Nel progetto non esistono gerarchie né aspettative e tutto si corrompe così come deve.

Le Instruction Series debuttano con un’ambientazione vagamente post-coloniale nel novembre 2010 nello spazio Raum a Bologna e coinvolgono un danzatore, un artista visivo e performer, un esecutore incongruo e un personaggio connotato da uno spirito socio-geografico.

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Davide Savorani / Alessandro Bedosti / Ayub Muhammad / President Mobutu
Instruction Series: Le Club Nautique de Kinshasa / Pool Malebo
17 novembre 2010 Raum, Bologna
coreografie Michele Di Stefano
una produzione Xing/Raum

 

Il Club Nautique è un ristorante e luogo di ritrovo per turisti, businessmen, faccendieri e militari sulle rive del Pool Malebo, il grande bacino idrico in cui si allarga il fiume Congo al confine tra Congo e Repubblica Democratica del Congo. Sulle sue rive si affacciano opposte le città di Brazzaville e Kinshasa.
Tutto si svolge dalla parte dell’enormità, come se qualunque azione – per poter  essere contemplata – avesse bisogno di muovere molto più spazio del consueto. Un cielo basso monsonico grava sulla comunità. E’ questo cielo basso che deve essere sollevato.
Le danze sono tentativi specifici di creare le correnti necessarie a muovere questa atmosfera da malaria.
L’atteggiamento del corpo è – non trovo altra definizione – di non comprensione. “Descrizione senza luogo” si direbbe.
In quanto ventilatori, i corpi agiscono funzionalmente, valutando il risultato spaziale e nel caso, aggiustando il tiro.
Ne consegue che spesso le azioni risultano indifferenti come preghiere, con la stessa imperturbabilità nei confronti della durata e la stessa tenacia nel non produrre intermissioni che distraggano dalla finalità.

Ogni volta che la rarefazione/l’apertura/l’enormità dello spazio vengono prodotte, si crea la condizione per l’intrattenimento da ristorante, che ha le caratteristiche di un esperimento scientifico: si cercano vibrazioni gassose in uno spazio sconfinato: il DELAY.

 

LE ISTRUZIONI:

 

Till Eulenspiegel
Rifare le stesse cose seguendo un andamento sempre diverso nel percorso e sempre uguale nel risultato (sonoro, visivo o costruttivo).
Comportarsi come Till Eulenspiegel: ride quando sale (perché pensa alla discesa) e piange quando scende (perché pensa alla salita).
Origine scritturale, ritmica e geroglifica, portatrice di silenzio, non espressiva.

Frammenti compiuti di un minuto. Metafore zero.

L’infarto di Martin Sheen
Rifare il continuo a partire dal discontinuo.
Una danza difficilissima, il massimo dello spreco e della complessità gestuale. Fin dove è possibile affastellare. Le braccia, le mani in posizion imbarazzate e spigolose all’altezza del petto, collo, testa, mani nelle mani, gomiti nelle mani in contrasto con la fluidità del corpo.
la teoria del “minimo dettaglio distinguibile”; lavorare al di là della gamma dei dettagli percepibili: il principio che la mente registri dettagli senza essere necessariamente in grado di distinguerli.
La preghiera ininterrotta. … il momento ora è sempre giusto e sempre sbagliato. L’unica via d’uscita è un atto perpetuo: “Orate sine intermissione”.

nemico nemico nemico

COROGRAFIA
Il super piccolo. Segreti.
Supercoreografare con niente, ciò che conta è la posizione non il design.
GAS. Vaporizzatore.
Ora lo spazio, che è uniforme e continuo, implica il ritorno, la reversibilità del movimento.
pulviscolo atmosferico – vapore acqueo
“L’atmosfera, il vapore (atmos), è il primo turbamento dello spazio. Il vapore colorato, il velo di foschia, è il corpo stesso del colore che sorge davanti ai nostri occhi: nascita del mondo nel paesaggio vaporoso”.

Corografia: inventario minuzioso delle realtà vicine, espressione della frequentazione dei luoghi circostanti piuttosto che apertura verso gli orizzonti lontani (geografia). Essa enumera.

Etiopiques.
Ipotizzando il corpo come luogo di fuoriuscite, visualizzare percorsi incogrui all’esterno, nelle immediate vicinanze della pelle. Spazi impossibili.
Musica a mezzo volume.

Usare Mahmoud Ahmed Etiopiques 7 (in particolare il pezzo Ere mela mela)

Anatomia nera.
Come ogni mappa, anche quella topografica funziona attraverso un’inevitabile scelta tra gli innumerevoli elementi di cui la realtà appare composta. Senza questa scelta ogni carta sarebbe affollatissima, un’unica macchia nera, e non vi distingueremmo proprio nulla: la rappresentazione più fedele corrisponderebbe alla superficie di una lavagna priva di qualsivoglia espressione grafica, completamente vuota.

Vale a dire: sovrappone a un paesaggio di palme tropicali l’arbitrio di un segno nero e indelebile.

 

TWOG
third world groupie
Così i bianchi chiamano i bianchi che si mescolano con i neri.

Sistematizzare i movimenti per una breve danza afro bianca che chiuda la polemica.

 

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Ambiente.
Un ambiente domestico dove la corporeità ignora le funzioni ergonomiche e conservative.
“L’abitare crea un sistema immunitario fatto di gesti ripetibili; grazie a routinizzazioni collega l’essere-sgravati tramite l’abitudine con l’essere-gravati da compiti precisi.”
Ovattato, impressione di vuoto, frammenti, attenzione del niente.
Sulle pareti quadri minuscoli.
Il gin onnipresente come il whisky il pastis e un improbabile schnapps.
O inutili giornate sprofondato in una sedia a sdraio immerso in un limbo burocratico del quale non  si intravede la fine.

Contenitore frigo pieno d’acqua ghiaccio bottiglie di liquore limoni e quant’altro.

Presente.
Sei un ciarlatano e un guaritore, uno schermo che descrive ciò che vede.

Evidenziare come l’unica realtà sia il movimento, e come la permanenza altro non sia che un’illusione dovuta alla lentezza del movimento stesso.

 

Rapporti.
Partire sempre da situazioni intricate e complesse, in cui nessuno è in grado di dire chi, che cosa, come e con quali intenzioni abbia cominciato.
Tecnica di confusione. In un contesto socialmente appropriato arrivare a conseguenze sbagliate e a comportamenti insoliti. Analogamente nei rapporti interpersonali, accessi dettati dalle convenzioni e accessi astratti. Spazi impossibili.

Guardare assieme verso un “terzo punto”.

Altro.
(steli di sei metri che escono dagli occhi con fiammelle all’estremità eccetera)
Due azioni, normalmente successive, si svolgono contemporaneamente come in alcuni quadri, nei quali lo svolgersi degli eventi è presentato da una sola visione che annulla il tempo.
Imparare l’arabo in diretta.
La parola “Europa” deriva da un vocabolo semitico che significa “tenebra”.
“Exterminate all the brutes”

Anzi, usare molto spesso il pezzo Ere mela mela.

Le club nautique de Kinshasa @ Raum Bologna, foto Gaetano Cammarota

 INSTRUCTION SERIES: II

Very Singapore – instruction for the people.

 
Queste istruzioni sono rivolte a CHIUNQUE.
In sintesi, non importa da dove provieni ma è piuttosto la destinazione il nostro obiettivo.
L’identità coreografica è un accampamento dove esercitare la traduzione linguistica e ambientale. Sua condizione principale è la negoziazione incessante.
La commissione, il luogo della performance ed il budget per spostamenti ed esecuzione sono un tuo problema.

La logistica per l’ esecuzione delle istruzioni viene fornita su richiesta scrivendo a org@mkonline.it.

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Il giorno 1 costruisci a casa tua un atteggiamento coreografico della durata di quattro minuti nel quale, affastellando più azioni possibili, ti riferisci ai seguenti criteri dinamici:
il corpo è attratto da immaginarie pareti esterne ad esso, che cambiano continuamente la loro distanza da esso e che si trasformano arbitrariamente in superfici concave/convesse.
l’attrazione è esercitata su zone corporee che sono l’assemblaggio di parti distinte e nominabili in un insieme non nominabile. anche questi insiemi cambiano.
il labirinto è dunque interno ed esterno. la parete raggiungibile e “spostabile”: la sua visibilità è data dalla chiarezza del momento di cambiamento (sia della posizione e della qualità geometrica della parete che della composizione degli insiemi corporei).

il tutto tenendo in mano una mazza da golf (preferibilmente un sand wedge).

Il giorno 2 tutto somiglia a tutto. prendi il tuo lavoro di ieri e riscrivilo in chiave Thai. indossa un paio di infradito. posa la mazza da golf. rendi ogni dettaglio distinguibile.

in serata cataloga una serie di gesti vicini al corpo:
è una danza difficilissima, il massimo dello spreco e della complessità gestuale. fin dove è possibile affastellare. dura 1 minuto ed è conosciuta come “L’infarto di Martin Sheen”.

il suo obiettivo è rifare il continuo a partire dal discontinuo.

Il giorno 3 parti per X dove troverai la persona A alla quale mostrare i tuoi quattro minuti iniziali. nella stessa giornata costruirete insieme, sugli stessi princìpi, ulteriori sei minuti.

dormi a X.

Il giorno 4 parti per Y dove incontrerai la persona B, che è attrezzata per negoziare insieme a te la creazione di un paesaggio sonoro per la tua azione. il cd è pronto in giornata. durata 15 minuti x 2.

dormi a Y.

Il giorno 5, sempre a Y, ti dirigerai in una sala prova, dove nell’arco della giornata incontrerai diverse persone che ti chiederanno di imparare ad eseguire azioni disparate.
il resto del tempo a disposizione lo impiegherai per inserire il tuo catalogo gestuale di 1 minuto all’interno di questa serie di azioni, badando a trasformare il gesto vicino al corpo in un ampio gesto di spostamento.

dormi a Y.

Il giorno 6 vai in gita in collina. trova un declivio, costruisci sul terreno accidentato l’insieme delle istruzioni:

la tua sequenza di 4 minuti (golf)
i 6 minuti di X
“L’infarto di Martin Sheen”
i 15 minuti di azioni a Y con le variazioni gestuali in grande

i 4 minuti Thai

prendi molte foto del sito. ti accampi lì.

Il giorno 7, con molta calma, ti avvii a piedi verso il luogo della performance.
probabilmente ci incontriamo lì alle 20.
la sequenza imparata sul declivio può essere da te riassemblata in diretta.

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MK è una formazione indipendente che si occupa di performance, coreografia e ricerca sonora. Il progetto del gruppo si è sviluppato a partire dal 1999 attraversando i più importanti festival della nuova scena con un lavoro di indagine corporea autodidatta, proiettato in ambito internazionale.
Tra le produzioni più recenti: Tourism commissionato da La Biennale di Venezia, Wasted per F.I.S.Co. 08 (poi Happened), Comfort, ospitato dall’Indonesian Dance Festival e dallo Sparks Festival di Minneapolis e speak spanish in tour nel 2010-11. Nel novembre 2010 cominciano le Instruction series, coreografie e ambienti performativi creati a distanza via mail, in cooproduzione con Xing/Raum. Nel 2011 debuttano i progetti: Il giro del mondo in 80 giorni (prod. ZTLpro e Torinodanza), Reform Club con gli Allievi della Scuola Paolo Grassi Milano (prod. BiennaleDanza Venezia) e la serie Grand Tour.
Nel 2010 Michele Di Stefano ha partecipato come coreografo al progetto Dance n.3 di Cristina Rizzo, con  Eszter Salomon e Matteo Levaggi. Ha collaborato al programma Swiss Cube dell’Istiuto svizzero di Roma insieme a Gilles Jobin e Simon Vincenzi. Nello stesso anno il gruppo è impegnato con due produzioni (Kamikaze e Giuda) nella stagione sui Fondamentalismi voluta da Antonio Latella al NuovoTeatro Nuovo di Napoli. Michele Di Stefano, Biagio Caravano, e Philippe Barbut hanno partecipato alla creazione di tutte le produzioni del gruppo. Lorenzo Bianchi, è compositore di musica elettroacustica; vive e lavora a Parigi dove collabora con l’IRCAM.  Ha sviluppato progetti per Luca Ronconi, Richard Siegal, Luca Francesconi e dal 2005 crea le musiche per MK MK è una delle cinque formazioni alle quali è dedicato il libro Corpo sottile. Uno sguardo sulla nuova coreografia europea (UbuLibri, Milano 03). Dal 2010 il gruppo riceve il contributo del MiBAC.